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Quando sul piatto c’era la testa di Dell’Amico…
domenica, 13 agosto 2017, 12:55
di vinicia tesconi
“Dimmi chi sono, non mi dire chi ero” è un vecchissimo modo di dire che non riesce mai a passare di moda. Anche quando si è fatto di tutto per proclamare la propria dimensione di differenza, di rottura con pessimi usi del passato e soprattutto di cristallina trasparenza, alla fine, l’antico proverbio italiano declinato praticamente in ogni dialetto, torna a spuntare fuori quasi sorridendo della fallacia umana, spesso inversamente proporzionale alla certezza con la quale, proprio da quel detto, erano state prese le distanze.
Ma carta canta, sempre e internet addirittura ulula perché nell’epoca del web che archivia e registra ogni cosa, è praticamente impossibile sfuggire all’inevitabile boomerang delle vecchie dichiarazioni che si ripropongono a fronte di scelte e decisioni andate esattamente nella direzione opposta. Il caso Fermet balzato agli onori della cronaca nazionale ha tirato fuori nomi inquietanti anche per il panorama appena costruito della nuova amministrazione grillina di Carrara.
Il duo Dell’Amico-Scaletti che sembra avere un ruolo ancora non chiarito nella vicenda della compravendita dell’area Italcementi che ha spudoratamente favorito, con un prezzo d’asta stracciato, due colossi del marmo come Franchi e Rossi, ha, di fatto, anche un ruolo attivo nell’attuale giunta che si era dichiarata ripetutamente al di sopra di ogni sospetto sia in tema di competenza sia in tema di onestà giuridica.
E quindi stupisce. Stupisce rileggere un ottimo reportage realizzato nel 2014da Assemblea permanente sulla pagina del gruppo nel quale compare: “Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale l’attuale sindaco di Carrara Angelo Zubbani, in carica per il secondo mandato, dichiarava, in risposta ad alcuni cittadini che chiedevano a gran voce il licenziamento del commercialista Giorgio Dell’Amico, direttore unico della Progetto Carrara e indagato nel caso del fallimento della ErreErre: “Noi abbiamo fiducia nei nostri tecnici, e prima di assumerli visioniamo attentamente il loro curriculum.”
E poi, poco più avanti: “Giorgio Dell’Amico. Amministratore unico della Progetto Carrara. Finito sotto indagine per il fallimento nel 2011 della ErreErre, la società in cui svolgeva il ruolo di revisore dei conti, anch’essa una partecipata del comune di Carrara, che doveva realizzare l’impianto per trattare i rifiuti del Cermec, con l’accusa di reati societari e fallimentari.”. Sempre sul sito di Assemblea Permenente in un altro appello rivolto al allora sindaco su tutte le magagne della città compare anche la seguente riflessione: “ Sindaco Zubbani, il comune di Carrara detiene il 99,3% delle quote della Progetto Carrara e quindi di fatto lei rappresenta l’azionista di maggioranza della municipalizzata.Il 12 Dicembre 2014 l’amministratore unico della Progetto Carrara, Giorgio Dell’Amico è stato raggiunto da un avviso di garanzia per lo scandalo Erre Erre, la società nata dal Cermec e fallita nel 2011 sotto una montagna di debiti.Giorgio Dell’Amico faceva parte del collegio dei singoli revisori della società ed è indagato per non aver vigilato, con la dovuta competenza e attenzione sugli atti degli amministratori, non impedendo così la bancarotta fraudolenta della società Erre Erre.”
La testa di Dell’Amico, considerato l’antitesi della trasparenza giuridica, era stata chiesta con un un’interpellanza anche dalla triade De Pasquale, Martinelli , Bonni quando sedevano sugli scranni dell’opposizione nel 2015 ma la risposta del sindaco Zubbani era sempre stata la stessa: “ Abbiamo fiducia nei nostri tecnici”.
“Salteranno tutte le figure che hanno un ruolo decisivo, ma che sono state nominate per scelte politiche” giuravano i 5 Stelle in campagna elettorale insieme a “Mandate i curricula di persone qualificate, competenti e cristalline: tra loro sceglieremo chi avrà incarichi decisionali e di governo”.
E dopo un’era pesante ed eterna di soliti inspiegabili volti sulle stesse poltrone, a molti sembra davvero una boccata di ossigeno. Poi i 5 Stelle vincono le elezioni, si insediano al governo con più di mezza giunta già nominata a garanzia di distanza da inciuci politici ed anche con tanti esponenti di Assemblea Permanente seduti nella compatta formazione di maggioranza, chiedono tempo, inevitabilmente necessario, per prendere le misure della macchina amministrativa e procedere all’epurazione proprio di quelle cariche immeritevoli tanto attaccate in veste di opposizione e…dimenticano gran parte dei nomi che avevano messo sulla lista nera.
Cade una sola testa, la prima dell’elenco, quella di Fabrizio Volpi, amministratore unico di Apuafarma, perché la sua esecuzione era stata fin troppo annunciata. Non cade invece quella di Dell’Amico che da un Zubbani in zona Cesarini era stato nominato liquidatore unico della progetto Carrara, partecipata del comune destinata a chiudere per sempre i battenti entro il 31 dicembre 2017.
Non cade nonostante il comportamento dei due “condannati” sia speculare: entrambi, previamente, presentano le dimissioni alla giunta guidata da chi in precedenza li ha sempre attaccati, ma le dimissioni di Volpi vengono accettate, quelle di Dell’Amico, invece respinte. E stando a quanto lo stesso Dell’Amico avrebbe dichiarato oggi alla stampa, la motivazione del “gran rifiuto” starebbe proprio nell’ottima conduzione dell’incarico mostrata dall’antico inviso nemico. Intanto i pentastellati concludono la loro formazione di governo battendosi accesamente per inserire nella casella dell’urbanistica ancora vacante la dottoressa Sarah Scaletti, compagna di scuola del già nominato assessore Raggi, che la sostiene con tutte le sue forze, ma anche moglie di Paolo Righini, commercialista, socio dello studio di Giorgio Dell’Amico. Casualità di cui non è possibile cogliere il verso.
Scaletti alla fine, però va all’ambiente e Dell’Amico diventa amico, appunto, e mantiene il suo incarico. Ma l’impietoso Luigi Franco del Fatto Quotidiano punta il riflettore sul caso Fermet e dall’intrico di trame che stanno sotto al crac del magnate del ferro, mette in luce anche il ruolo, tutt’altro che secondario che l’accoppiata Dell’Amico- Scaletti, soci intestatari della Sviluppo Immobiliare, avrebbero avuto nell’affaire Italcementi.
Tra i non pochi che avevano sostenuto i 5 Stelle al ballottaggio e che da tutto ciò sono rimasti sconcertati c’è l’ex consigliera delle mille battaglie contro l’amministrazione Zubbani: Claudia Bienaimè e il gruppo formato da Carrara Bene Comune e DemA che l’hanno sostenuta alle elezioni. “Credo sia necessario fare chiarezza su tutta questa faccenda per quanto mi sembri assurdo dover invocare la chiarezza proprio con chi di chiarezza e trasparenza si è sempre fatto paladino.” ha detto Bienaimè.
L’assessore al bilancio Martinelli, raggiunto via messaggio, ha rimesso ogni risposta in merito alla vicenda Scaletti Dell’Amico ai comunicati che emanerà il portavoce del sindaco e, sebbene abbia sostenuto che la giunta che lui e De Pasquale presiedono, non avesse la possibilità di revocare il mandato a Dell’Amico non ha comunque voluto spiegare il perché.
Ma non erano loro che lamentavano sempre la tendenza ad eludere le risposte nell’amministrazione in cui erano all’opposizione? Ahimé, dimmi chi sono…