La seduta del consiglio provinciale di venerdì scorso offre lo spunto per alcune considerazioni. E ‘stata presentata una variazione di bilancio di discreta entità che ha di fatto proposto l’approvazione di un bilancio emendato e di un connesso documento unico di programmazione. Lo sforzo compiuto dal presidente di presentare tale atto come se quasi fosse dovuto, visto che implica la possibilità di distribuire un po ‘ di risorse, ha tentato di coprire la rilevanza politica insita nella manovra di bilancio e soprattutto nella riproposizione del documento che definisce la linea politica dell’ ente per i prossimi anni. Nella illustrazione del provvedimento sono state evidenziate tutte le difficoltà insite nella redazione del bilancio di un ente massacrato dalla legge Del Rio, a cui sono state tolte tutte le competenze strategiche, sono state sottratte tutte le risorse umane che si potevano togliere ed al quale sono rimaste le responsabilità afferenti le scuole superiori e le strade, affidandogli risorse irrisorie e per giunta totalmente incerte. Si propone un bilancio colabrodo, per necessità, sperando che prima o poi, possa piovere un po ‘ di manna dal cielo. A mio avviso ogni ragionamento sulla manovra di bilancio avrebbe dovuto essere preceduto da una seria valutazione di questo stato di cose. È serio accettare queste condizioni senza interrogarci su che cosa si possa fare per concorrere a mettere un freno a questa macelleria istituzionale? Questa domanda è stata accantonata, concentrandosi sulla possibilità di spendere qualche spicciolo. Si sono destinate poche risorse, in pochi ambiti, lasciando in condizioni pietose tutto il resto del territorio. Siamo certi che si sia fatto bene? Quanto di ciò che servirebbe è stato soddisfatto da ciò che si è fatto? Perché lì e non altrove? Cosa sono queste se non scelte politiche? Accettare questa deliberazione ha significato condividere una politica di bilancio che è stata impostata lo scorso anno e che a seguito dell’approvazione di questo provvedimento, perdurera’ per buona parte del prossimo. Il gruppo civici e popolari ha deciso di votare contro, perché a nostro avviso non può essere accantonata la riflessione sulla dignità del ruolo delle provincie e perché l’indirizzo politico di questa provincia deve subire un profondo cambiamento. Il provvedimento è stato approvato con i voti favorevoli del PD, con quello di liberi e uguali e con l’astensione di tutto il centro destra. Si è creata una singolare minoranza di governo che riesce ad approvare i provvedimenti attraverso la non sfiducia di un’altra minoranza! Evidentemente entrambi questi schieramenti, pur di tirare a campare e disseminare qualche spicciolo sul territorio, passano sopra ogni differenza di visione politica, incarnando l’idea di un partito della nazione in salsa apuana. Tutti d’accordo tranne noi, che ci sforziamo, da anni, evidentemente scontando tutti i nostri limiti, visti i risultati, di far capire che così le cose non vanno bene. Invece, anziché provare a trovare il modo per cambiarle, cosa si fa? Ci si arrocca dietro linee difensive sempre più arretrate. Pur di governare si prendono i voti della lista Persiani, di forza Italia e financo dei fratelli d’Italia! Dove sono le anime belle che fino a qualche giorno fa descrivevano gli amici della meloni quasi come dei fascisti? E quelli che di Berlusconi dicevano le peggiori nefandezze? E chi ci ha attaccato per mesi, dicendo che una parte di coloro che a Massa hanno sostenuto la nostra lista, al ballottaggio aveva preferito Persiani a Volpi? La Meloni non è più fascista, Berlusconi non è più lo psico nano e Persiani è diventato simpatico! La coerenza non è certo la virtù più praticata, in questa politica di bassa stagione, ma a tutto c’è un limite! E che dire del centrodestra che del PD ha detto di tutto? E degli amici di Persiani? Tutti arroccati pur di star lì! Un’ ultima riflessione. Siamo proprio sicuri che i neo eletti rappresentanti della provincia rappresentino davvero la nostra società provinciale? E venuto in mente a qualcuno che in quella assise non ci sono né i cinque stelle né la lega? Vogliamo lasciare solamente a loro l’argomento politico che questa provincia non va bene? Abbiamo già avuto una avvisaglia di quanto sia considerata inadeguata dai nostri concittadini con la vicenda del liceo scientifico Marconi di Carrara. Questo arroccamento produrrà un definitivo ed assoluto distacco tra l’ente ed i nostri concittadini. Noi, per quanto piccoli e sicuramente inadeguati, non ci stiamo! O si capisce che si è sbagliato, e molto, o saremo travolti dai populisti. Se non si riesce ad essere popolari, l’alternativa all’arrocco inciuciante tra centrosinistra e centrodestra non potrà che portare le persone normali a scegliere tra lega e Cinquestelle o un’alleanza di entrambi.