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La Conversione dell’ Innominato

 

Delibera 034_2017 Certificazione anagrafe Massa Carrara

 Per la prima volta, da un anno a questa parte, una richiesta  del Territorio non viene cassata a priori dagli Organi Regionali e Nazionali del PD ma viene recepita come legittima e ragionevole: il Tesseramento 2017 di Massa Carrara, gestito dal Commissario straordinario On. Vazio e dalle Figure Istituzionali (Martina Nardi e Giacomo Bugliani) invece che dai Segretari di Circolo NON E’ CORRETTO  e CERTIFICABILE, accettando la tesi della Commissione Provinciale.

Che sia un segno della Provvidenza Divina e ci sia una Conversione in Atto?

CarraraTrePuntoZero

LA PESTE

Scoppiata nel 2017 fu il culmine di una serie incredibile di avvenimenti assai poco piacevoli accaduti in quegli anni nel PD. Infatti precedentemente c’erano stati la crisi economica che aveva generato malcontento e voglia di cambiamento, e poi c’era stata la guerra per la successione al Comune di Carrara e Massa. E proprio questa guerra è stata la causa di questa epidemia.
Infatti Don Rodrigo il Fiorentino aveva assoldato per vincere la guerra, e sottomettere  Carrara e Massa, un famoso esercito di mercenari, i LAnzichenecchi (che noi rinomineremo modificando la prima nota) , soldati, e comandanti commissari che godevano di una pessima fama, visto che dove passavano portavano distruzione, e, spesso e volentieri, gravi malattie. I Renzichenecchi, uniti  solo dal desiderio di rottamare l’esistente per sostituirsi nei posti di comando, si rivelarono una autentica sciagura. Privi di qualsiasi competenza e autorevolezza sul territorio la loro azione si risolse solo nel tagliare tutti i legami tra chi li aveva mandati e il territorio e il popolo del quale cercavano il consenso.

FURONO LA PREVARICAZIONE E LA PREPOTENZA A CAUSARE LA PESTE

 I Renzichenecchi per arrivare a Massa dovettero prima passare da Carrara, e la lasciarono depredata e sempre più impoverita in mano a primitive orde dal simbolo pentastellato. Questa tremenda malattia all’ inizio non venne tenuta in considerazione, ma quando ci si rese conto che aveva causato la fine del Pd di Carrara,  tanti cittadini cominciarono a chiedersi che qualcosa non andava per il verso giusto. 

Don Rodrigo la classificò come una normale “febbre”, quasi una cosa da niente, una ridicola “congrega anarchica”.
Eppure la peste aveva attecchito in Toscana: a Livorno e poi a Arezzo, Grosseto Sansepolcro, Montevarchi, Viareggio, Anghiari, addirittura a Cascina e a Sesto Fiorentino e poi Pistoia e Carrara, aiutata dalle scarse condizioni di trasparenza e democrazia e dalla carestia di idee e contenuti. Sparirono così moltissimi sostenitori, e alla fine ci si convinse, sbagliando, a prendere decisioni sempre più autoritarie anziché rispettose e rispettabili. Le Commissioni di Garanzia (del Granducato di Toscana), pensando di sconfiggerla, intervenirono pesantemente nella gestione delle  processioni e dei riti Congressuali, ottenendo però effetto contrario a quello previsto: infatti, coinvolgendo impropriamente tutta quella gente, contagiata e no, informata e no (alcuni anche a loro insaputa), si allargò l’epidemia, e anche Massa fu in preda alla peste.

Non c’ era medicina per la peste: chi gli si opponeva o veniva espulso oppure nel migliore dei casi sospeso.  Nella stragrande maggioranza dei casi, però, a rimanerci secco era solo il PD. Il contagio si estese: alla Sicilia. Una strage di queste dimensioni non si era mai vista, impossibile minimizzarla e considerarla come un fatto già scontato e previsto. In Sicilia a morire non fu solo il consenso numerico, ma a scomparire, non solo nell’isola ma in tutta la penisola, fu proprio il senso di cittadinanza e di appartenenza dentro il PD.

NON SOLO NON SI ERA PIU’ GOVERNO MA NEMMENO OPPOSIZIONE!

Dopo 10 anni si era tornati all’ inizio: ad essere Il NULLA!

 

 

L’epilogo

La malattia, incomprensibile per gli “scienziati” del tempo, suscitò reazioni irrazionali.

Vennero  istituiti degli ospedali, i lazzaretti, dove si tentava di curare i malati terminali, e un corpo speciale di figure istituzionali ormai immuni alla peste, perchè dopo averla contratta per diverso tempo ne erano ormai assimilati,  detti “monatti”, che venivano comprati e pagati per portar via i corpi dalle case e dai circoli e seppellirli in fosse comuni. Costoro, però, spesso si approfittavano della loro autorità, e derubavano le case dei morti. Per questo motivo erano visti male dai cittadini.

Si temette che la peste venisse diffusa da emissari del nemico, i cosiddetti untori.

La peste mietè vittime a migliaia soprattutto a sinistra. Venne istituito il Lazzaretto, affidato ai Cappuccini.

Don Rodrigo si ammalò. Renzo (al singolare)  ritenuto che la situazione di Milano rendesse impossibile il suo ricordo, raggiunse la città in cerca di Lucia.

Renzo (al singolare) venne scambiato per un untore, ma si salvò arrivando al Lazzaretto.

Renzo (al singolare)  nel Lazzaretto trova padre Cristoforo, tornato per assistere gli appestati, che gli mostra don Rodrigo morente, esortandolo al perdono.

Renzo (al singolare)  ritrova Lucia, e padre Cristoforo la scioglie dal voto: ora si può sposare.

Lucia deve restare al Lazzaretto per la quarantena. Renzo (al singolare)  esce per predisporre ogni cosa.

Saputo che don Rodrigo era morto, –  morti anche padre Cristoforo e donna Prassede – don Abbondio, non vedendo più nemici intorno a lui, torno a essere quello che aveva sempre saputo di essere: un semplice curato  di periferia e  si adeguò a celebrare le nozze.

La Monaca di Monza fu condannata al carcere a vita e murata viva in una cella. Gli Azzeccagarbugli si fecero una nuova legge (elettorale) ad hoc e, un pò di qua e un pò di là, rimasero a galla anche questa volta .

Gli sposi però andarono a vivere a Bergamo, dove si daranno all’attività della seta comprando un filatoio.

Del PD se ne perse la memoria.

 

 

CarraraTrePuntoZero

Questo Congresso non s’ ha da fare!

La nostra storia si svolge in quel lembo di terra percorso da quel ramo del fiume Magra che volge a Mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, fino ai seni e golfi del Mar Ligure.

Un cuscinetto di terra  tra Emilia Liguria e Toscana, una terra di 100 castelli che ha nel suo Dna, e da sempre rivendica, il diritto di scegliere con autonomia, libertà e trasparenza con chi contrarre matrimonio, con chi stare e da chi farsi amministrare mal sopportando le prevaricazioni esterne degli invasori di turno.

Tutto comincia quando Don Rodrigo, segretario Fiorentino, approfittandosi di Don Abbondio, consigliere locale, e confidando nel sempre più diffuso Don Abbondismo contemporaneo, deboli “[…]vasi di terracotta costretti a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro[…]”, per scommessa, per prepotenza, per far piacere all’ “Innominabile Capo”, non esita nel mandare i suoi sgherri, i suoi “Bravi” Commissari a imporre il proprio scellerato dominio senza rispetto per gli usi e costumi e le autonomie del territorio. Facendosi aiutare in questo da Azzeccagarbugli che nell’ombra e nell’ imbroglio partoriscono trucchi per sciogliere assemblee, prevaricare scelte popolari, unire e dividere, togliere e assegnare simboli.

Poco importa se l’esito di questa prevaricazione, gestito da persone che non hanno saputo ascoltare, si è già rivelato, qui e da tante altre parti, solo una sconfitta generale, una rivolta popolare, un fuggi fuggi generale dalla casa che tutti avevano contribuito a costruire.

Importante e’ solo eseguire gli ordini, far chinare il capo, far obbedire chi dissente e raggiungere lo scopo per cui si era stati mandati: Non potete scegliere da soli! “Questo Congresso, libero e trasparente, non s’ ha da fare!”. E se qualche impavido Fra Cristoforo si oppone, verrà sospeso ed espulso.

E allora Don Rodrigo chiede aiuto direttamente all’Innominato, potentissimo e sanguinario Padrone, che però da qualche tempo, forse anche per il consenso popolare in repentina caduta, sta riflettendo sulle proprie responsabilità, sulle vessazioni di cui si è reso autore o complice per attestare la propria autorità sui signorotti del suo partito, al di là della legge,  contro il senso della storia.

 Contro il regolare svolgimento del Congresso arrivano nuovi “Bravi”, che non esitano a dettare regole fatte apposta per permettere a losche nuove figure di inquinare il regolare svolgimento del matrimonio, che  cancellano, duplicano, certificano a loro discrezione, che nottetempo rapiscono Lucia, e l’urna con tutte le sue tessere, che nel tragitto si riproducono e lievitano.

Povera Lucia! Nelle mani della Monaca di Monza “colpevole non meno che vittima, in un gorgo di menzogne, intimidazioni, ricatti – proferiti e subiti – e complicità.., che ha preso i Voti senza poi Rispettarli, signora della Filanda dove si ricama e trama per produrr e tessere in quantità industriale ”.

Cosa possiamo sperare?

Nella conversione dell’ Innominato,  se pur per interesse e non per coscienza?

Nella PESTE!

Meglio la PROVVIDENZA.

Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani, e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore”.

 

CarraraTrePuntoZero

Quali altri provvedimenti dovrebbero prendere le commissioni di garanzia?,

ALLA COMMISSIONE PROVINCIALE DI GARANZIA

DEL P D MASSA CARRARA

 L’assemblea comunale del PD di Carrara, in data 23/11/2016, ha deliberato, ai sensi dell’art. 18 comma 4 dello statuto Nazionale del PD, con maggioranza qualificata superiore ai 3/5 degli aventi diritto, di individuare il candidato a Sindaco del PD per le imminenti elezioni amministrative di Carrara, attraverso una decisione dell’assemblea stessa, evitando il ricorso alle elezioni primarie. Ciò è avvenuto come conseguenza della rottura dell’alleanza politica che stava ancora governando la città.

Il Partito democratico di Carrara da tempo, attraverso i propri organi statutari (segretario,segreteria e direzione comunale) aveva a più riprese espresso la propria indisponibilità a riproporre una politica di continuità con l’amministrazione uscente. La posizione del PD è stata condivisa da SEL, oggi SI, ed alcune realtà civiche. Il resto della coalizione ha sposato la linea della continuità con l’amministrazione Zubbani.

L’assemblea comunale del 23/11/2016 ha scelto di proporre una coalizione elettorale con chi condividesse la linea della discontinuità e, quindi partendo dalla sola SEL, la quale, per la scelta del candidato a sindaco, ha deciso di aderire alla proposta del PD. Nel corso di un’altra assemblea svoltasi il 17/01/2017, veniva votata a larghissima maggioranza, l’unica candidatura proposta, quella di ANDREA VANNUCCI.

Codesta commissione  di garanzia territoriale, con provvedimento del 24/01/2017, confermava la regolarità della procedura adottata. Avverso questo provvedimento i ricorrenti , con procedura singolare ed originale anche la segreteria regionale, adivano la commissione regionale di garanzia, la quale ha provveduto, in data 30/01/2017 all’annullamento dell’assemblea comunale del 23/11/2016 appellata e ad abundantiam anche quella del 17/01/2017. Il 01/02/2017 il segretario regionale disponeva il commissariamento del unione comunale del PD di Carrara, nominando tale Gianni Anselmi quale commissario. La motivazione veniva indicata nella necessità di provvedere alla scelta del candidato a Sindaco attraverso le elezioni primarie o con una scelta condivisa dalla coalizione uscente. Se l’indicazione delle primarie avrebbe potuto avere un senso, essendo esse un elemento di grande caratterizzazione del PD, quella della scelta condivisa, appariva residuale, strumentale ed improponibile, in quanto assolutamente lesiva della autonomia federale del partito, garantita da tutti gli atti fondativi; il segretario regionale non può in alcun modo imporre un’alleanza di suo gradimento ad una unione comunale.

Quando è apparso in modo evidente che il mandato del commissario fosse quello di scegliere il candidato a sindaco senza le primarie , Andrea Vannucci ed Argante Mussi, hanno presentato ricorso adendo le vie legali.

Il commissario Anselmi, non solo ha dichiarato pubblicamente agli organi di stampa “il canditato l’ho scelto io”, ma la procedura adottata ha palesemente contraddetto il mandato ricevuto, come è desumibile dalle motivazioni del commissariamento, infatti non solo non ha adottato il metodo delle primarie, ma neppure quello della scelta condivisa. La coalizione, della quale si reclamava la imposizione, in spregio ad ogni regola del partito, non solo non ha condiviso la scelta autoritaria del commissario, ma si è addirittura sfasciata, perdendo non soltanto SEL-SI, ma anche Articolo Primo e producendo una frattura del PSI, che ha comportato come conseguenza la candidatura di Gian Enrico Spediacci, la quale, detto per inciso, ha ottenuto molti più voti del  PSI.

La vicenda processuale comincia attraverso un ricorso ex art. 700 c.p.c. con il quale Andrea Vannucci ed Argante Mussi contestavano la decisione della Commissione Regionale di Garanzia del 31/01/2017di annullare le assemblee comunali di Carrara del 23/11/2016 e del 17/01/2017, nonché la nomina del commissario avvenuta il 01/02/2017 da parte del segretario regionale, nonché tutti gli atti conseguenti alla nomina del commissario stesso. Con ordinanza del 09/05/2017, il Tribunale di Massa , nella persona del giudice dott. Alessandro Pellegri, ritenendo infondata la decisione della Commissione Regionale di Garanzia della Toscana, annullava tutti i provvedimenti impugnati, dichiarava valide ed efficaci le decisioni assunte dalle assemblee comnali di Carrara del 23/11/2016 e del 17/01/2017, con la conseguenza della reviviscenza della candidatura del ricorrente Andrea Vannucci a Sindaco del comune di Carrara, quale candidato del PD in coalizione con SEL-SI. Venivano inoltre reintegrati nelle loro funzioni gli organi comunali. Avverso questa ordinanza il PD toscana, avanzava reclamo ex art. 669 ter. Decies., con contestuale richiesta di sospensone dell’efficacia dell’ordinanza emessa dal dott. Pellegri. Il collegio investito del procedimento, sul presupposto che la richiesta di Andrea Vannucci e Argante Mussi  andasse introdotta ricorrendo all’impugnativa prevista dall’art. 23 c.c. e non dall’art. 700 c.p.c. dichiarava l’innamissibiltà del predetto ricorso, rilevando che, l’accoglimento del suddetto assorbente motivo, esonerava il collegio dall’esame dei restanti motivi di merito, quindi dichiarava l’inammissibilità del ricorso alla procedura ex.art.700 c.p.c. e revocava l’ordinanza reclamata emessa in data 09/05/17.

Andrea Vannucci ed Argante Mussi quindi presentano una impugnativa ex art.23 c.c. con istanza di sospensione dei provvedimenti. L’udienza sulla impugnativa è stata calendarizzata per il mese di novembre 2017, mentre l’istanza di sospensione è stata rigettata in quanto le liste elettorali erano già state presentate.

 Rileva considerare che la richiesta di sospensiva presentata dal PD regionale  rispetto all’efficacia dell’ordinanza emessa dal giudice Pellegri, è stata accordata  ritenedo rilevante un “fatto nuovo” portato a sostegno di detta richiesta. Tale “fatto nuovo” in realtà è un verbale di una riunione di coalizione tenutasi il 10/05/2017, che riproduce pedissequamente  il verbale della riunione del 28/03/2017, annullato con l’ordinanza del dott. Pellegri , in quanto compiuto dal commissario. Ciò che più interessa è che tale “nuovo “ verbale è stato emesso in totale spregio dell’ordinanza del dott. Pellegri e delle norme statutarie del PD. Tale riunione di coalizione è stata presieduta dal segretario regionale del PD Dario Parrini il quale ha, arbitrariamente e senza alcun titolo, rappresentato il PD di Carrara, la cui rappresentanza, a seguito dell’ordinanza pubblicata lo stesso 10/05/2017, era stata restituita al segretario comunale Raffaele Parrini ed all’unione comunale tutta che, era appena stata reintegrata delle sue funzioni. In ragione di ciò, solo ed esclusivamente il segretario comunale, avrebbe potuto firmare il verbale di accordo, a seguito di una riunione di coalizione svoltasi nottetempo, alla quale neppure è stato invitato! Si è verificato un caso emblematico di ingerenza immotivata ed illegittima nell’autonomia politica e programmatica, riconosciuta dalle norme statutarie ai livelli locali.

A seguito di tanti, tali e reiterati soprusi, in pendenza di un giudizio civile, la cui trattazione inizierà a novembre 2017, Andrea Vannucci ha deciso di presentare la propria candidatura a Sindaco, per interpretare la linea politica liberamente scelta dal PD di Carrara, per altro, confermata nella propria assoluta legittimità nell’unico giudizio di merito finora espresso dall’autorità giudiziaria.

L’esito delle elezioni è sotto gli occhi di tutti. Al primo turno il PD raccoglie 3.800 voti, i socialisti 1.800, le liste di Spediacci 2.500 e quelle di Vannucci 4.600. La famigerata coalizione è stata travolta precipitando dal 65% al 25%. In vista del ballottaggio il candidato del PD, il giorno immediatamente successivo alle elezioni del 1° turno, chiude inesorabilmente le porte ad ogni ipotesi di accordo dichiarando di essere in grado di raccogliere da solo il consenso necessario a vincere le elezioni. I risultati del ballottaggio consegnano la rappresentazione di una disfatta assoluta, a conferma che la linea politica imposta dal PD regionale e dal commissario, interpretata localmente da quella che è sempre stata una minoranza del partito, fosse un suicidio politico, determinato da una scelta di boriosa arroganza, figlia della più assoluta ignoranza della situazione locale, che neppure ci si è preoccupati di voler conoscere davvero, essendo l’unico vero motivo ispiratore dell’azione del segretario regionale e del commissario, la distruzione della classe dirigente locale, anche a costo di disintegrare il partito e lasciare in balia dell’avventura un’intera città. Il PD è stato costruito  sul modello federale per consentire ai territori di interpretare e definire le linee amministrative più adatte a soddisfare le esigenze dei cittadini. La deriva autoritaria che sempre più chiaramente sta assumendo il nostro partito, lo sta trasformando in un sistema di potere, non soltanto verticistico, ma assolutamente leaderistico, con la tendenza a scivolare verso  l’egocentrismo, che è l’anticamera dell’egoismo.

Il segretario regionale ha governato questa vicenda calpestando ogni regola di convivenza civile, volendo dimostrare ad ogni passaggio che nel PD o si ubbidisce o si viene estromessi dalla possibilità di candidarsi a cariche elettive . Il risultato elettorale è stato emblematico, ma è stato rubricato facendo spallucce, con l’atteggiamento borioso di chi non ha altro obbiettivo da raggiungere, se non quello di asfaltare gli avversari politici e non manifesta alcun interesse rispetto alle sorti dei territori. L’unica finalità dell’agire del segretario regionale, sembra risiedere nel far perdurare un blocco di potere, di tipo feudale, che serva acriticamente il signore di turno, per poi pretendere servitù dagli inferiori .

Indigna considerare come ciò avvenga nel silenzio più assordante di tutti i dirigenti di partito, che sembrano orientati esclusivamente a dimostrare la loro cieca e colpevole fedeltà, girando sempre altrove lo sguardo, per garantirsi spazi di rappresentanza personalistica, elargita dalla munificenza del capo. Se questo partito è democratico, come devono essere quelli autoritari?

Stride più il silenzio del sopruso. Se quest’ultimo è figlio della boriosa volontà di predominio personalistico, quello discende dalla vocazione al servilismo, tipico delle classi dirigenti mediocri e cooptate, ben consapevoli dei loro limiti e tese esclusivamente ad omaggiare, con cieca e fedele obbedienza il signore di turno, elargitore di favori ed unico in grado di reiterare le cooptazioni di coloro che mai avrebbero la possibilità di emergere in una libera competizione.

Se questo partito processa chi ha scelto la linea politica che i cittadini hanno confermato in modo così evidente, se mette alla gogna chi pretende il rispetto delle regole democratiche, se si violenta la libertà e si acquisiscono classi dirigenti cooptate da altri partiti perché ciechi e fedeli esecutori di ordini, se i principi di libertà, autonomia territoriale, ed autodeterminazione, vengono calpestati in questo modo, non solo contro i prezzolati prevaricatori, deve muoversi la rivolta, ma è soprattutto contro i silenti e gli ignavi, che deve crescere lo sdegno e l’esecrazione.

Quali provvedimenti dovrebbero prendere le commissioni di garanzia, nei confronti di un segretario regionale, che si sostituisce a quello comunale in modo assolutamente arbitrario, per fare alleanze nei comuni, guidandoli verso una Waterloo? Quali verso una direzione regionale che avvalla decisioni, gravi come il commissariamento, senza nemmeno aver svolto un dibattimento? Quali verso una commissione regionale di garanzia che inventa  infrazioni inesistenti e non esecra il comportamento di un vicesegretario, che impugna un provvedimento di un organo di garanzia senza averne alcun potere? Quali nei confronti di tale vicesegretario? Quali verso il commissario del “il sindaco lo scelgo io!”, che viola manifestamente lo statuto a più riprese? Quali verso parlamentari transfughi e consiglieri regionali, che contestano pubblicamente, i legittimi e liberamente eletti rappresentanti del partito, invitando a disertare le direzioni provinciali?

Se tutto ciò avrà un esito, allora anche la vicenda che ci riguarda, sarà meritevole di trattazione, altrimenti soltanto il ridicolo sommergerà un provvedimento, che spinge a vedere le pagliuzze in un occhio martoriato da travi di dimensioni gigantesche!

 Andrea Vannucci

Carlo Boni

Riccardo Valdettari

Dante Benedini

Riccardo Bertoloni

Rigettato il Provvedimento di sospensione!

LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI GARANZIA DI MASSA CARRARA DEL PARTITO DEMOCRA TICO

DISPONE

di sospendere il richiesto procedimento disciplinare a carico di Vannucci Andrea, De||’Amic0 Silvia, Valdettari Riccardo, Benedini Dante, Bertoloni Riccardo, Marseili Fabrizio, Delia Pierpaolo, Boni Carlo, Masetti Alessandra, Menconi Valerio, Poletti Davide, Santi Cassani Thomas, Fambrini Fiorella, sino alla definizione del giudizio pendente innanzi al Tribunale di Massa (R.G. 1503/2017);

Carrara, 8 Settembre 2017

LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI GARANZIA DI MASSA CARRARA
DEL PARTITO DEMOCRA TICO

leggi tutto il   Provvedimento

Sedotti e Abbandonati!

Che fine ha fatto il PD a Carrara? Che fine ha fatto il Commissario Anselmi e tutte le sue promesse? E quelle dei 4 Ministri venuti per la campagna elettorale?

Erano stati annunciati fiumi di soldi per le associazioni sportive. Dove sono?

Anselmi, nella sua campagna (acquisti), aveva millantato occasioni e soddisfazioni. “Sono venuto per ascoltare Carrara” Ora è Carrara che vorrebbe ascoltare e sentire cosa hai da dire. Solo minacce di bonifiche ed espulsioni e poi via. A Piombino.

Lo abbiamo sempre detto e preannunciato. A Firenze nulla importa ed è mai importato di Carrara e dei suoi problemi. Solo una città sulla cartina in cui era meglio far mettere una bandiera con 5 stelle che una del PD con un sindaco non amico.

Perse le elezioni, via col disimpegno, perché dopo aver  dato fuoco alla casa ed essersi scottati ora è meglio, rimanersene lontani (loro che possono), e lasciare a bruciare solo chi da qui non può allontanarsi.

Via! Ci sono altre battaglie da perdere!

La Sicilia, Le Politiche e poi Pisa e Massa.

Caspita! Massa! Bisogna stare più attenti!

Anche perché la partita di Massa la devono giocare  in prima persona i titolari, non le controfigure. Il virus di Carrara potrebbe contagiare anche Massa e far sparire da un momento all’altra la metà dei consensi ad un simbolo che, in questo momento,  non ha grosso appeal.

Che rischio per  Martina Nardi e Giacomo Bugliani!  A proposito cosa ci faceva Bugliani alla Direzione Provinciale del Partito Lunedì sera? Non aveva scritto con tanta enfasi e clamore sulla stampa che questa direzione non era da lui riconosciuta e che mai più si sarebbe seduto a quel tavolo. C’ è stato un ripensamento? C’ è ancora qualcosa da mercanteggiare e qualcuno da sedurre?

Ma poi non li abbandonate: come a Carrara!

 

CarraraTrePuntoZero

Gad Lerner lascia il Pd

Gad Lerner lascia il Pd: “Involuzione sui diritti”. Pollastrini: “Riflettere, partito era nato per includere”

Gad Lerner lascia Pd: "Involuzione sui diritti". Pollastrini: "Riflettere, partito era nato per includere"
Gad Lerner interviene all’assemblea nazionale del Pd (ansa)
 http://www.repubblica.it/politica/2017/08/23/news/gad_lerner_lascia_pd-173711540/

L’annuncio del giornalista su Nigrizia. “Diritti umani, cittadinanza, rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo, contrasto efficace al terrorismo. Ius soli e ong colpevoli di reato umanitario. Dieci anni fa fui tra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”

 
 

ROMA Gad Lerner lascia il Pd. Lo annuncia con un editoriale sul portale Nigrizia, in cui spiega le ragioni di un addio non indolore. “Ho ben presente l’importanza dell’unità dentro un partito grande e plurale. So anche che nel Pd continuano a essere numerosi coloro che hanno a cuore gli ideali oggi deturpati. Ma io che avevo visto male la scissione, né ho considerato motivi sufficienti per un divorzio le riforme istituzionale e il jobs act, ora per rispetto alla mia gerarchia di valori, mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito in cui ho militato dalla sua nascita. L’involuzione della politica del Pd sui diritti umani e di cittadinanza costituisce per me un ostacolo non più sormontabile”.

Il rammarico di Barbara Pollastrini, vice presidente del Pd. “Per me è un gran dispiacere l’addio di Gad Lerner al Pd, ma anche una ragione in più per riflettere. Resta il fatto che un partito nato per mescolare e includere, con l’attuale vertice ha prodotto lontananze, abbandoni di elettori e compagni. Il potere non basta. La politica è anche altro e il tema posto da Gad è enorme. I diritti umani sono la premessa e il senso della sinistra e di un partito democratico e oggi la realpolitik pare dominare sulla dignità e sul valore di ogni essere umano. Sarà un autunno importante per il centrosinistra e per molti militanti, di pensiero e di discussione”.

“Correva l’anno Duemila, lo stesso anno in cui ho cominciato a scrivere Giufà, la rubrica per Nigrizia – scrive Gad Lerner – quando ho sentito per la prima volta un noto leader politico italiano proporre al telegiornale: ‘Dobbiamo sparare sulle imbarcazioni degli scafisti, affondiamole!’. In quel momento dirigevo il Tg1 e mi toccò dargli qualche minuto di gloria, pur sapendo entrambi che la sua sparata avrebbe lasciato il tempo che trovava. Nei diciassette anni successivi, tale ideona bellicosa è stata replicata infinite volte, sempre con la medesima prosopopea e in favore di telecamera, da leader di opposti schieramenti (dal centrodestra, al centrosinistra, ai grillini)”.

“E’ venuto il momento – prosegue il giornalista – di formulare anch’io un mio bilancio di fine legislatura su una materia, quella dei diritti umani, dei diritti di cittadinanza, dei rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo e di un contrasto efficace al terrorismo, che considero di importanza cruciale. Non solo in quanto ebreo, ex apolide, figlio fortunato di più migrazioni. Ma proprio come cittadino italiano che, dieci anni fa, è stato fra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”.

E qui Gad Lerner descrive il cumulo di macigni diventato l’ostacolo “non più sormontabile”. “Metto in fila l’operato degli ultimi tre anni – premette -. La revoca dell’operazione Mare Nostrum con la motivazione che costava troppo e con limitazione del raggio d’azione della nostra Marina Militare. La mancata abrogazione del reato di immigrazione clandestina, per ragioni di opportunità. La soppressione, solo per i richiedenti asilo, del diritto a ricorrere in appello contro un giudizio sfavorevole. La promessa non mantenuta sullo ius soli temperato. E, infine, la promulgazione di questa inedita oscena fattispecie che è il ‘reato umanitario’  mirato contro le organizzazioni non governative”.

“Dietro a questa sequenza – conclude Lerner

 

– si riconosce un vero e proprio disarmo culturale. Vittimismo. Scaricabarile. Caricature grossolane della complessa realtà africana con cui siamo chiamati a misurarci. Il tutto contraddistinto da una impressionante subalternità psicologica alle dicerie sparse dalla destra”.

Colpo di Scena: Dario Parrini ci ripensa!

Nell’ intervista di Venerdì 11 agosto sul Tirreno il Segretario Regionale del PD Dario Parrini scarica, senza mezzi termini, la responsabilità della sconfitta alle recenti Elezioni comunali, sulla passata Amministrazione di Zubbani ed  sulla coalizione che lo  aveva sostenuto.

“Le elezioni si vincono in base a come si è governato in 5 anni non alle azioni dell’ultimo mese”

Alla fine ci sei arrivato! Peccato che nel frattempo ci siano già state le elezioni, che il sindaco eletto sia del M5Stelle e che il Partito Democratico sia ormai frantumato e ridotto al 13% dei consensi avendo perso 5000 elettori.

 

Potremo anche fermarci qui, ed accontentarci del riconoscimento (tardivo), che la linea politica scelta dall’Assemblea del PD di Carrara, prima del Commissariamento, che aveva indicato nella discontinuità rispetto all’amministrazione uscente  l’unica strada proponibile  per consentire al Partito Democratico di provare a vincere   a Carrara, ma vogliamo cogliere l’ occasione per un ragionamento un po ‘  più ampio. Del resto gli errori servono per non essere ripetuti e migliorare le azioni future o cosi almeno ci piacerebbe sperare.

Il vertice del Partito Democratico ci sembra  interessato alle sole elezioni politiche. I ragionamenti sulla legge elettorale e le azioni imposte negli enti locali, sono esclusivamente orientati ad ottenere una rappresentanza di parlamentari di stretta osservanza renziana, anzi qualcuno di meno, ma tutti pendenti dalle labbra del capo, piuttosto che un numero più elevato di soggetti più liberi.

Così tutti coloro che dissentono non si sopportano e se ne favorisce l’allontanamento con pretesti e prevaricazioni.

Si vorrebbe con un 25% dei consensi, o anche meno, trovare il modo per Governare il paese anche passando sopra ai valori e alla storia del Partito Democratico, avendo come obiettivo quello di consegnare a Renzi un potere di interdizione nei confronti di ogni ipotesi di governabilità che lo escluda. In altri termini si preferisce consegnare il paese alla certezza degli inciuci non solo con Berlusconi, ma chissà con chi altri pur di arrivare al 51% dei parlamentari, anziché provare a costruire una coalizione di centro sinistra che si proponga come l’erede politico della stagione dell’ ulivo, riproponendo un’agenda politica di quel sistema valoriale,politico e programmatico, aggiornato sulla base delle attuali esigenze e bisogni.

Invece si butta a mare ogni ipotesi di costruzione di una proposta politica riformista capace di tenere insieme le varie anime del centro sinistra, per provare a dare a Renzi carta bianca per la gestione di un sistema di alleanze  da realizzare ad elezioni avvenute. È fin troppo evidente immaginare con chi e  per “non” fare che cosa. Non si consente agli elettori di scegliere la coalizione che li governerà e, visti i numeri dei singoli partiti, neppure di scegliere i singoli parlamentari, che ancora una volta saranno nominati per la quasi totalità. Pensiamo che gli elettori ci premieranno? Il partito rischia di essere travolto come a Carrara, dove si è voluto scegliere la certezza della sconfitta, pur di non voler fare i conti con chi non è abituato ad obbedire o a vendersi. Si confida in valutazioni e opinioni fatte da “signorsì” abituati a compiacere e a non vedere le cose per quello che realmente sono (Parrini ha definito “congrega anarchica” 4604 elettori, il 15% dei cittadini di Carrara e il Commissario Anselmi ha minacciato per loro l’espulsione totale dal partito)

Il consenso lo si guadagna con l’autorevolezza derivante da azioni di governo efficaci in linea con i valori dei propri elettori non con la prepotenza e la divisione continua.

Il consenso si guadagna seminando e poi coltivando con pazienza e nel tempo. Oggi il Partito Democratico sembra invece interessato solo a agire in superficie e raccogliere i frutti di quello che altri hanno seminato confidando nella propaganda , nella comunicazione e marketing .

Si sceglie di tagliare le radici col territorio anziché coltivarlo come un valore e dare nutrimento per far crescere una pianta che dia frutti. A forza di tagliare radici poi la pianta muore!

Questo è quello che è avvenuto a Carrara, e da tante altre parti, e dal quale occorre trarre insegnamento per il futuro.

Anche perché le divisioni e le sconfitte Amministrative possono essere le premesse di quelle politiche.  La coalizione di centrosinistra che solamente a Carrara ha perso 13000 voti, quanti ne recupererà alle politiche?

 

CarraraTrePuntoZero

 

 

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Quando sul piatto c’era la testa di Dell’Amico…

domenica, 13 agosto 2017, 12:55

di vinicia tesconi

“Dimmi chi sono, non mi dire chi ero” è un vecchissimo modo di dire che non riesce mai a passare di moda. Anche quando si è fatto di tutto per proclamare la propria dimensione di differenza, di rottura con pessimi usi del passato e soprattutto di cristallina trasparenza, alla fine, l’antico proverbio italiano declinato praticamente in ogni dialetto, torna a spuntare fuori quasi sorridendo della fallacia umana, spesso inversamente proporzionale alla certezza con la quale, proprio da quel detto, erano state prese le distanze.

Ma carta canta, sempre e internet addirittura ulula perché nell’epoca del web che archivia e registra ogni cosa, è praticamente impossibile sfuggire all’inevitabile boomerang delle vecchie dichiarazioni che si ripropongono a fronte di scelte e decisioni andate esattamente nella direzione opposta. Il caso Fermet balzato agli onori della cronaca nazionale ha tirato fuori nomi inquietanti anche per il panorama appena costruito della nuova amministrazione grillina di Carrara.

Il duo Dell’Amico-Scaletti che sembra avere un ruolo ancora non chiarito nella vicenda della compravendita dell’area Italcementi che ha spudoratamente favorito, con un prezzo d’asta stracciato, due colossi del marmo come Franchi e Rossi, ha, di fatto, anche un ruolo attivo nell’attuale giunta che si era dichiarata ripetutamente al di sopra di ogni sospetto sia in tema di competenza sia in tema di onestà giuridica.

E quindi stupisce. Stupisce rileggere un ottimo reportage realizzato nel 2014da Assemblea permanente sulla pagina del gruppo nel quale compare: “Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale l’attuale sindaco di Carrara Angelo Zubbani, in carica per il secondo mandato, dichiarava, in risposta ad alcuni cittadini che chiedevano a gran voce il licenziamento del commercialista Giorgio Dell’Amico, direttore unico della Progetto Carrara e indagato nel caso del fallimento della ErreErre: “Noi abbiamo fiducia nei nostri tecnici, e prima di assumerli visioniamo attentamente il loro curriculum.”

E poi, poco più avanti: “Giorgio Dell’Amico. Amministratore unico della Progetto Carrara. Finito sotto indagine per il fallimento nel 2011 della ErreErre, la società in cui svolgeva il ruolo di revisore dei conti, anch’essa una partecipata del comune di Carrara, che doveva realizzare l’impianto per trattare i rifiuti del Cermec, con l’accusa di reati societari e fallimentari.”. Sempre sul sito di Assemblea Permenente in un altro appello rivolto al allora sindaco su tutte le magagne della città compare anche la seguente riflessione: “ Sindaco Zubbani, il comune di Carrara detiene il 99,3% delle quote della Progetto Carrara e quindi di fatto lei rappresenta l’azionista di maggioranza della municipalizzata.Il 12 Dicembre 2014 l’amministratore unico della Progetto Carrara, Giorgio Dell’Amico è stato raggiunto da un avviso di garanzia per lo scandalo Erre Erre, la società nata dal Cermec e fallita nel 2011 sotto una montagna di debiti.Giorgio Dell’Amico faceva parte del collegio dei singoli revisori della società ed è indagato per non aver vigilato, con la dovuta competenza e attenzione sugli atti degli amministratori, non impedendo così la bancarotta fraudolenta della società Erre Erre.”

La testa di Dell’Amico, considerato l’antitesi della trasparenza giuridica, era stata chiesta con un un’interpellanza anche dalla triade De Pasquale, Martinelli , Bonni quando sedevano sugli scranni dell’opposizione nel 2015 ma la risposta del sindaco Zubbani era sempre stata la stessa: “ Abbiamo fiducia nei nostri tecnici”.

“Salteranno tutte le figure che hanno un ruolo decisivo, ma che sono state nominate per scelte politiche” giuravano i 5 Stelle in campagna elettorale insieme a “Mandate i curricula di persone qualificate, competenti e cristalline: tra loro sceglieremo chi avrà incarichi decisionali e di governo”.

E dopo un’era pesante ed eterna di soliti inspiegabili volti sulle stesse poltrone, a molti sembra davvero una boccata di ossigeno. Poi i 5 Stelle vincono le elezioni, si insediano al governo con più di mezza giunta già nominata a garanzia di distanza da inciuci politici ed anche con tanti esponenti di Assemblea Permanente seduti nella compatta formazione di maggioranza, chiedono tempo, inevitabilmente necessario, per prendere le misure della macchina amministrativa e procedere all’epurazione proprio di quelle cariche immeritevoli tanto attaccate in veste di opposizione e…dimenticano gran parte dei nomi che avevano messo sulla lista nera.

Cade una sola testa, la prima dell’elenco, quella di Fabrizio Volpi, amministratore unico di Apuafarma, perché la sua esecuzione era stata fin troppo annunciata. Non cade invece quella di Dell’Amico che da un Zubbani in zona Cesarini era stato nominato liquidatore unico della progetto Carrara, partecipata del comune destinata a chiudere per sempre i battenti entro il 31 dicembre 2017.

Non cade nonostante il comportamento dei due “condannati” sia speculare: entrambi, previamente, presentano le dimissioni alla giunta guidata da chi in precedenza li ha sempre attaccati, ma le dimissioni di Volpi vengono accettate, quelle di Dell’Amico, invece respinte. E stando a quanto lo stesso Dell’Amico avrebbe dichiarato oggi alla stampa, la motivazione del “gran rifiuto” starebbe proprio nell’ottima conduzione dell’incarico mostrata dall’antico inviso nemico. Intanto i pentastellati concludono la loro formazione di governo battendosi accesamente per inserire nella casella dell’urbanistica ancora vacante la dottoressa Sarah Scaletti, compagna di scuola del già nominato assessore Raggi, che la sostiene con tutte le sue forze, ma anche moglie di Paolo Righini, commercialista, socio dello studio di Giorgio Dell’Amico. Casualità di cui non è possibile cogliere il verso.

Scaletti alla fine, però va all’ambiente e Dell’Amico diventa amico, appunto, e mantiene il suo incarico. Ma l’impietoso Luigi Franco del Fatto Quotidiano punta il riflettore sul caso Fermet e dall’intrico di trame che stanno sotto al crac del magnate del ferro, mette in luce anche il ruolo, tutt’altro che secondario che l’accoppiata Dell’Amico- Scaletti, soci intestatari della Sviluppo Immobiliare, avrebbero avuto nell’affaire Italcementi.

Tra i non pochi che avevano sostenuto i 5 Stelle al ballottaggio e che da tutto ciò sono rimasti sconcertati c’è l’ex consigliera delle mille battaglie contro l’amministrazione Zubbani: Claudia Bienaimè e il gruppo formato da Carrara Bene Comune e DemA che l’hanno sostenuta alle elezioni. “Credo sia necessario fare chiarezza su tutta questa faccenda per quanto mi sembri assurdo dover invocare la chiarezza proprio con chi di chiarezza e trasparenza si è sempre fatto paladino.” ha detto Bienaimè.

L’assessore al bilancio Martinelli, raggiunto via messaggio, ha rimesso ogni risposta in merito alla vicenda Scaletti Dell’Amico ai comunicati che emanerà il portavoce del sindaco e, sebbene abbia sostenuto che la giunta che lui e De Pasquale presiedono, non avesse la possibilità di revocare il mandato a Dell’Amico non ha comunque voluto spiegare il perché.

Ma non erano loro che lamentavano sempre la tendenza ad eludere le risposte nell’amministrazione in cui erano all’opposizione? Ahimé, dimmi chi sono…

IL VUOTO COSMICO CHE CI CIRCONDA

Dopo pochi giorni dall’insediamento della nuova giunta sono ancora più convinto che Carrara abbia bisogno di un idea nuova di politica a beneficio della collettività. In questo arco di tempo, l’immagine che gli esponenti Renziani e Grillini sono riusciti a dare di se è quella di dilettanti allo sbaraglio, capaci solo di muovere reciproche accuse. I renziani carraresi, nel miope tentativo di gridare allo scandalo, calpestano non solo l’imprenditoria del marmo che li ha supportati durante l’ultima campagna elettorale ma calpestano anche i renziani della vicina Massa che gli hanno garantito con la complicita’ del PD Regionale la guida del partito durante la stessa fase elettorale. In altre parole, vanno oltre l’autolesionismo distruggendo quanto altri hanno con difficoltà costruito, a livello locale. Forse dopo aver clamorosamente perso le elezioni a Carrara, cercano di gettare le basi per una analoga sconfitta a Massa mettendo in cattiva luce il noto professionista massese coinvolto nella vicenda Fermet e  papabile candidato renziano. Ritengo più che evidente l’attuale assenza di un gruppo dirigente comunale  in grado di dettare una vera linea politica che vada oltre la polemica. Tale deficit pesa come ha pesato il commissariamentoche ci è stato imposto lasciando un partito senza guida ormai da diversi mesi.

 

L’Amministrazione, dal canto suo, vede uno degli assessori di maggiore rilevanza coinvolto in un’operazione immobiliare a tinte fosche e riesce a sbagliare modi e tempi di tutti gli interventi (per adesso pochi) adottati. Nessuno, a parte De Pasquale, è riuscito a comprendere quale possa essere stato il vantaggio economico correlato alle scelte imprenditoriali dell’assessore Scaletti. Nessuno è riuscito a comprendere il mancato coinvolgimento dei diretti  interessati nella chiusura della Scuola di Bergiola ed i denari spesi per lo scandaloso muro delle idee.

In tale contesto, voglio portare avanti l’impegno assunto in campagna elettorale concentrandomi sugli investimenti a beneficio della collettività e continuando il confronto con persone e società civile a suo tempo intrapreso per garantire il progresso economico e culturale della Città. L’obiettivo è scongiurare l’immobilismo correlato al malgoverno, supportando chi crede nello sviluppo del territorio senza pregiudizi o pre-concetti. Quelli li lascio a chi si auto-professa come novità ma ripropone le stesse logiche del passato, senza prospettive per il futuro.

Delia Pier Paolo